​KARATE

Tradizionale Sportivo Moderno

Il Karate ha origine a Okinawa, l’isola principale dell’arcipelago delle Ryu Kyu, dalla fusione delle arti marziali cinesi (Kenpo), con le forme di danza e le tecniche di combattimento locali denominate Ti. 

Priva di risorse naturali, Okinawa divenne un importante nodo commerciale del Pacifico. in quanto situata in uno startegico crocevia a metà strada tra Cina e Giappone, non distanti dalla Corea e dal Sud Est Asiatico. Per mantenere la regolarità dei commerci, nella seconda metà del 1300 Okinawa intraprese relazioni di vassallaggio con la Cina, accettando di pagarle tributi e la presenza permanente di una delegazione dell’Impero (le 36 famiglie) che si stabilì a Naha dal 1392.

 E’ probabilmente da questo momento che inizia l’introduzione delle arti marzili cinesi sull’isola. Nel 1609 il clan giapponese dei Satsuma conquistò le Ryu Kyu pur conservando, per evitare conflitti con la Cina, il regime commerciale pre-esistente. 

L’introduzione di una doppia tassazione e la sfortunata coincidenza di calamità naturali, quali maremoti e carestie, portarono l’isola a una profonda crisi economica. A causa della crisi molti Samurai, costretti a diventare contadini o commercianti, cominciarono a diffondere le arti marziali tra la popolazione dell’isola formando una forza di resistenza segreta all’autorità. Kempo cinese e Ti di Okinawa si fusero così in una sintesi estremamente efficace comunemente denominata Tode (“mano cinese”). 

Nello stesso periodo si sviluppò una forma di combattimento con armi non convenzionali, quali bastoni e attrezzi agricoli o da pesca, denominata Tigua che darà origine al Kobudo di Okinawa. Col tempo si definirono forme locali di Tode nelle regioni di Shuri, Tomari e Naha dando origine agli stili Shuri-te, Tomari-te (nel tempo assorbito dallo Shuri-te) e Naha-te. Shuri-te e Naha-te divennero in seguito gli stili Shorin-Ryu, oggi suddiviso in molte scuole, e Goju-Ryu. 

Fino all’Ottocento il Tode consisteva in una serie di tecniche da combattimento insegnate senza un preciso metodo di allenamento. E’ grazie agli sforzi dei maestri Anko Itosu della (1832-1916), della tradizione di Shuri, e Kanryo Higashionna (1840-1910), della tradizone di Naha, che si deve la transazione da mera tecnica marziale a disciplina. ù

Per sottolineare questa nuova identità e per meglio introdurre il Tode in Giappone, in un simposio tenutosi a Naha nel 1936, a cui parteciparono i più grandi maestri dell’epoca, fu deciso di modificare il nome dell’arte sostituendo l’ideogramma To (Cina) con Kara (Vuoto). In questo modo, con il termine Karate (mano vuota) si rivendicava l’originalità della nuova arte marziale nonché l’alto valore spirituale della disciplina il cui scopo, come nello Zen, è quello di ricercare lo stato di vuoto necessario a raggiungere l’Illuminazione. 

Il Maestro Gichin Funakoshi (fondatore della scuola Shotokan) fu il primo maestro ad utilizzare ufficialmente la nuova denominazione. Con il riconoscimento ufficiale da parte del Dai Nippon Buto-kukai, l’organizzazione delle arti marziali giapponesi, il Karate, prima considerato una tecnica locale, cominciò ad essere definito un vero e proprio Budo (via marziale), acquisendo così pari dignità rispetto a discipline tradizionali quali il Kendo e il Judo. Il Maestro Chojun Miyagi della scuola Goju-ryu fu il primo maestro di Okinawa ad ottenere il titolo onorifico Kyoshi. Dal Naha-te al Goju-ryu Alla fine dell’Ottocento grande fu l’impegno dei maestri di Okinawa affinchè la nuova arte ottenesse un riconoscimento ufficiale da parte del Giappone; a tal proposito era necessario creare un sistema didattico preciso. All'inizio del ventesimo secolo, per potere insegnare il karate nelle scuole secondarie di Okinawa, Higashionna introdusse quindi un metodo di insegnamento che distingueva una fase di studio delle teniche fondamentali (kihon) ed una più avanzata (kaishu), basata sullo studio dei kata e delle loro applicazioni (kaisai). 

Inoltre, si ritiene che siano dovuti a Higashionna l'arrivo ad Okinawa del kata Seyunchin, di origine cinese, e l'enfasi data al kata Sanchin nell'insegnamento. Il lavoro del maestro Higashionna venne proseguito dal suo allievo Chojun Myiagi , che distinse tre fasi dell'allenamento: · gli esercizi principali (shutai undo), ossia le vere e proprie tecniche di karate; · gli esercizi di preparazione (yubi undo), suddivisi in esercizi di riscaldamento (junbi undo) da effettuarsi all'inizio della lezione, ed esercizi di rilassamento (seiri undo) da effettuarsi alla fine; · ed infine gli esercizi complementari (hojo undo)necessari per sviluppare la forza fisica, da effettuarsi a corpo libero (toshu hojo undo) o con attrezzi (kigu hojo undo). 

Il maestro Miyagi modificò il kata Sanchin (che prima veniva praticato a mano aperta), rendendolo più semplice ed enfatizzandone la parte dura, e per compensare ciò creò il kata Tensho, più morbido. Infine, il maestro Miyagi creò i primi kata didattici del Goju-Ryu, i kata Gekisai dai ichi e dai ni, e introdusse l'esercizio di combattimento libero con controllo denominato irikumi. 

A questo punto, l'arte marziale da lui chiamata Goju-Ryu prendeva una forma definita. Il lavoro del maestro Miyagi, purtroppo interrotto dalla sua morte improvvisa nel 1953, venne ripreso ed ampliato dai suoi allievi. Siccome il maestro Miyagi non aveva ancora designato un successore, i suoi allievi interpretarono ed ampliarono gli insegnamenti del Maestro Miyagi in direzioni diverse, creando le varie scuole di Goju-Ryu presenti al giorno d'oggi, tra cui la Meibukan (fondata da Meitoku Yagi), la Jundokan (fondata da Eiichi Miyazato) e la Shoreikan (fondata da Seikichi Toguchi).

Maestro Ettore Di Palma

Responsabile Nazionale Karate

6° Dan Karate Shotokan

Nord Italia

Ettore Di Palma

Italia Centro

Italia Sud e Isole

IGNAZIO EUGENIO SERRANO

  • Abruzzo

  • Basilicata

  • Calabria

  • Campania Francesco Dello Schiavo

  • Emiglia Romagna

  • Friuli Venezia Giulia

  • Lazio

  • Liguria

  • Lombardia - Ettore Di Palma

  • Marche

  • Molise

  • Piemonte

  • Puglia - Giuseppe Vuovolo

  • Sardegna

  • Sicila - Vito Russo

  • Toscana Pier Claudio Pelliccia

  • Trentino Alto Adige

  • Umbria

  • Veneto

Maestro Nunzio Colella

Docente Formatore Arbitri e Giudici di gara

8° Dan Karate Shotokan

Nord Italia

Centro Italia

Sud Italia

M. Pietro Cimino

Direttore Tecnico Nazionale Karate Shotokan

9° Dan Karate Shotokan ​Lo stile Shotokan (松濤館流, Shōtōkan-ryū) è uno stile di karate, nato dall'incontro di varie arti marziali, codificato dal Maestro Gichin Funakoshi (1868-1957) e da suo figlio, il Maestro Yoshitaka Funakoshi (1906-1945). Un termine spesso accoppiato a Shotokan è Shotokai. Spesso si identifica erroneamente la parola Shotokai come un sottostile dello Shotokan, ma non è così: shotokai non è altro che l'associazione (kai=associazione[1]) mondiale che regola lo stile Shotokan. Il maestro Gichin Funakoshi è universalmente riconosciuto per aver esportato e diffuso il karate dall'isola i Okinawa all'intero Giappone, anche se alcuni importanti maestri, come KenwaMabuni e ChōkiMotobu, vi insegnavano già il karate da tempo prima. Lo Shotokan è dunque uno degli stili moderni del karate giapponese, come ad esempio il Shitō-ryū e Wado-ryu. Nonostante abbia avuto origine come un'unica scuola di karate, sviluppatasi all'interno della Japan Karate Association, al giorno d'oggi esistono parecchie organizzazioni indipendenti.

M. Filippo Gaspardo

Direttore Tecnico Nazionale Karate Meibukan Goju Ryu

6° Dan Okinawa Questo stile fonda le proprie radici sull'arte del Naha-Te, sviluppata dal Maestro KanryōHigaonna basandosi sull'antico stile della Gru Bianca di Fujian, proveniente dalla Cina meridionale e approdato ad Okinawa nel XIX secolo. Il Gōjū-ryū come lo conosciamo oggi è stato però formalizzato da Chōjun Miyagi (1888 – 1953), allievo di Higaonna. Tra tutti gli stili di karate è quello che ha ricevuto la maggior influenza cinese, poiché nel 1873 Higaonna andò nella città cinese di Fuzhou, dove rimase per dieci anni, a studiare presso il Kojo Dojo, dove imparò i kata Saifa, Sanseiru, Kururunfa e Seipai, nel frattempo viaggiò in modo da imparare anche altri stili (Boxe del Drago, della Tigre, del Cane, del Pugno del Monaco e del Leone).